Il linguaggio del corpo nel lavoro e nella vita

In uno scenario nuovo e accattivante come il “Puerto Alegre”, Barbara Demi e Roberto Rasia dal Polo hanno condotto un seminario dall’aspetto interattivo e dinamico, sulla nostra capacità di utilizzare il corpo ed il suo linguaggio.
La prima parte del seminario ha visto una spiccata partecipazione del pubblico, che si è impegnato in un lavoro di piccoli gruppi per far emergere i segnali positivi e negativi che ogni parte del nostro corpo trasmette nelle diverse situazioni. Ogni gruppo ha avuto due rappresentanti chiamati ad esporre (e mimare!!!) i segnali del corpo, al fine di ottenere un apprendimento il più possibile vivo e divertente.
Il seminario è proseguito affrontando il tema dei segnali del nostro corpo con l’aiuto di due esperti: Gianluca Castelnuovo, docente ETLINE e Associati e docente di Teorie e Tecniche dei test all’Università Cattolica di Milano; e Claudio Danieli, psichiatra e psicoterapeuta, nonché fondatore di un sito di “psicologia free on line”, (www.danielic.com). Grazie al loro intervento è stato possibile approfondire temi quali l’importanza di ascoltare i segnali del nostro corpo ed imparare a gestirli, per farne dei preziosi alleati nella comunicazione nel lavoro e nella vita.
Al termine del seminario si è assistito ad un’esibizione di salsa eseguita da una coppia di ballerini professionisti, come dimostrazione di linguaggio, movimento ed energia del corpo. I ballerini hanno coinvolto poi tutto il pubblico nei balli di gruppo, creando un’energia e un dinamismo che hanno pervaso tutta la sala.
La serata è proseguita con un ricco buffet che ha permesso un ulteriore momento di vicinanza e relazione tra i partecipanti e tra gli stessi e lo staff di ETline, che è continuato durante tutta la serata “danzante” trascorsa insieme.
È stata senza dubbio un esplosione di sorrisi, colore ed emozione, che ha arricchito e coccolato mente e corpo di tutti i presenti.

Public speaking theatre

Il nostro Formattore, Roberto Rasia Dal Polo, ha condotto un singolare e coinvolgente seminario sulla comunicazione e il parlare in pubblico,esplicitando e sottolineando l’importanza di essere presenti fino in fondo nella scena comunicativa, coinvolgendo tutti gli aspetti della persona.

Il seminario è iniziato con una carrellata di immagini utili a rendere più chiaro, nella mente di ognuno, alcuni concetti fondamentali della comunicazione. La prima e più significativa immagine proiettata, è stata quella di un iceberg immerso nel mare.

L’iceberg ha la caratteristica di essere solo in minima parte visibile, e per la maggior parte nascosto.

Da qui nasce un parallelismo con la comunicazione, la quale è costituita dall’aspetto verbale, più immediato e riconoscibile, e da quello non verbale, meno conosciuto e riconosciuto, talvolta “nascosto”, che può essere colto solo da un attento e allenato osservatore. Seguendo questi due binari comunicativi, sono stati presentati e sviluppati alcuni gesti, movimenti e dinamiche non verbali che caratterizzano il nostro stato d’animo (felice, arrabbiato, intimorito, nervoso) di un dato momento, insieme a dei suggerimenti sul cosa e come osservare nelle persone per poter cogliere e riconoscere questi segnali.

Data la complessità di concetti come “saper comunicare” o “parlare in pubblico”, si è andati a indagare anche l’aspetto del verbale che apparentemente ci sembra più oggettivo: ad esempio quante vocali esistono nella nostra lingua italiana? Chiunque di noi, o quasi, direbbe 5; in realtà sono 7: “a – é – è – i – o – ò – u”, a seconda del fatto che la vocale sia aperta o chiusa ( la parola “scoperta” contiene una “e” aperta, “bottega” una “e” chiusa; la parola “cuore” contiene una “o” aperta, “poltrona” una o chiusa).

A questi due aspetti si aggiunge infine il paraverbale, ovvero intonazione, tono, timbro e ritmo di voce, che condiziona moltissimo l’andamento di una conversazione o di una conferenza.

Il nostro Formattore ha proseguito portando alcuni esempi su come, anche a livello di comunicazione scritta, ci possano essere molti modi per dire la stessa cosa, e di come, cambiando delle piccole sfumature, in realtà si possa dare un messaggio, influenzando l’ascoltatore.

Da qui si è passati ad esplorare la manipolazione linguistica attraverso brani e racconti molto divertenti tratti da alcuni libri (“Al gusto di cioccolato. Come smascherare i trucchi della manipolazione linguistica” di Matteo Rampin “; ”Le bugie che raccontano gli uomini” di Luis Fernando Verissimo), e coinvolgendo alcuni dei partecipanti in simulazioni divertenti ed efficaci.

La serata si è conclusa con una meravigliosa e significativa frase: “il sorriso è la distanza più breve tra due persone”, che racchiude il senso ultimo dell’importanza di affrontare la vita e la comunicazione in un’ottica di relazione positiva con l’altro.

 

Essere o non essere ostaggio della vita
Negoziare per essere liberi di scegliere

“C’era una volta una principessa..”. A partire da Cenerentola, “ostaggio della matrigna e delle sorellastre e di un destino non voluto”, Barbara Demi ha condotto il seminario affrontando riflessioni e spunti per capire, quando si è ostaggi delle situazioni, delle persone e delle idee, come agire il proprio futuro e non sperare nell’arrivo delle fate o dei principi azzurri!

Le parole della canzone, cara a grandi e bambini, “i sogni son desideri”  hanno introdotto il tema della scelta e dell’importanza di avere obiettivi raggiungibili e non sogni per fuggire dalla realtà.

La metafora della Mela (la “dolce metà”) presente nella storia di Zeus di platonica memoria, ha introdotto, insieme ad un gioco divertente, che l’altra metà da ricercare siamo noi nella nostra parte sconosciuta, e questa ricerca ci permette di non dipendere da qualcuno sia nel bene (“..tu dai luce alla mia vita”) che nel male (“..il mio capo mi rende la vita impossibile..”). Essere  liberi dal “bisogno dell’altro” diventa la chiave per avere una vita viva in cui gli attori siamo noi che scegliamo di stare con gli altri per migliorare la nostra vita e non peggiorarla, negoziando dove sia necessario.

L’obiettivo del seminario, tra esempi, domande e casi reali, ha permesso ai partecipanti di vedersi come Michelangelo Buonarroti  guardava un blocco di marmo:  dentro al marmo, come in noi, c’è già la forma dell’opera d’arte, e il nostro lavoro consiste nel togliere il superfluo, quello che di troppo imprigiona la statua.

Ogni uomo è un’opera d’arte, bisogna trovare solo gli strumenti per liberarla.

Il seminario si è concluso attraverso la lettura da parte di Roberto Rasia dal Polo della poesia il “Viaggio”, simbolo del cammino più importante che possiamo intraprendere: quello dentro di noi.

VIAGGIO

Se l’albero potesse muoversi, e avesse piedi e ali,
non verrebbe segato, né soffrirebbe ferite d’accetta.
E se il sole non viaggiasse con piedi e ali ogni notte
come potrebbe illuminarsi il mondo, all’aurora?
Se l’acqua amara non salisse dal mare al cielo
come avrebbe vita nuova il giardino, con pioggia e ruscelli?
Partì la goccia dalla patria, e tornò.
Trovò la conchiglia e divenne una perla.
Non partì Giuseppe in viaggio, dando l’addio al padre piangente?
E, viaggiando, non ottenne fortuna, e regno, e vittoria?
E Muhammad non partì forse in viaggio per Medina,
e sovranità ottenne, e fu re su cento paesi?
Anche se tu non hai piedi, scegli di viaggiare in te stesso,
come miniera di rubini, sii aperto ai raggi del sole.
Uomo, viaggia da te stesso a te stesso,
perché da un tale viaggio la terra diventi purissimo oro.
Gialal ad-Din Rumi
Massimo esponente della poesia mistica persiana  – XIII secolo

Flessibilità, comunicazione e leadership: i nuovi asset vincenti dell’Assistente di Direzione

5° Congresso Annuale
Assistenti di Direzione

Atahotel Fiera Milano
20 giugno 2007

Il ruolo dell’assistente di direzione è cambiato nel tempo e continua a trasformarsi per adeguarsi ai cambiamenti in atto nelle aziende.
Diventa quindi fondamentale per l’assistente poter disporre di giornate di aggiornamento professionale che le permettano di sviluppare le competenze comportamentali, relazionali e organizzative per eccellere nel ruolo.
Dopo il successo delle precedenti edizioni, che hanno formato oltre 380 Assistenti di Direzione, Il Sole 24ORE Formazione e Secretary.it hanno organizzato il 5° Congresso Annuale Assistenti di Direzione l’appuntamento dedicato alla valorizzazione, crescita e motivazione professionale delle assistenti di direzione, con la consueta partecipazione di ETLINE e Associati.
Barbara Demi e Roberto Rasia dal Polo nella mattinata hanno evidenziato i nuovi modelli e le tecniche per ricoprire con successo il ruolo di assistente di direzione e conquistare deleghe e spazi crescenti di responsabilità, affrontando i seguenti temi:


La giornata è stata arricchita da due laboratori pomeridiani manageriali interattivi gestiti da Nestore Zini e Manuela de Simone di ETLINE e Associati, dove le partecipanti hanno lavorato sui temi della negoziazione e della gestio ne del proprio manager.

Festa di Primavera – “BenEssere”

“Presto, via in fretta, correre!”… Con queste parole, Federica Fracassi, formattrice ETLINE e Associati dà inizio alla serata interpretando il monologo “Il Risveglio”. Il pezzo ritrae un risveglio concitato, caotico, capace di rappresentare le emozioni e i pensieri con cui spesso hanno inizio le nostre giornate, quando nella fretta di organizzarci e di incominciare le nostre attività quotidiane possiamo persino dimenticare che il giorno che si sta aprendo sia un giorno di riposo. Una domenica!

Barbara Demi, in maniera autobiografica “ha cucito, come un sarto su misura” il vestito della serata dando pezzi personali di vita che facessero comprender quanto sia importante “scegliere di stare Bene” e “non subire il mal Essere”.

Ben essere o Non benessere, questo è il problema! Durante la settimana si corre, si corre, si corre e spesso senza sapere perché.

In ambito aziendale, così come nella vita quotidiana si rischia facilmente di confondere l’essere efficienti, rapidi, veloci, con l’essere efficaci. Dalla rapidità all’ansia, e quindi ad una situazione di malessere, il passo è breve.

Per poter agire in maniera funzionale è necessario invece essere al centro della propria vita e non diventare ostaggio di persone, di idee, di pensieri, di situazioni.

Da qui è partito l’intervento di Gianluca Castelnuovo che ha illustrato come paradossalmente, siano spesso i nostri stessi pensieri ad impedirci di godere di una situazione di pieno benessere. Domande che non possono trovare risposte funzionali, verità che non siamo capaci di rivelare a noi stessi, lo stesso strenuo tentativo di controllare “pensieri disturbanti”, possono creare un forte disagio. In queste situazioni è utile invece esplicitare i propri pensieri, trascrivendoli su carta, evitare di porsi domande che non aprono soluzioni, rimanendo ancorati ai propri “perché”, dedicare più tempo alla vita reale. Guardarsi dentro troppo a lungo, infatti, può annebbiare una sana visione di sé. Pensare troppo può portare al disorientamento. Gli automatismi che regolano alcune delle nostre attività quotidiane sono salutari; ci permettono di agire in una dimensione di “consapevolezza inconscia”.

La vita propone sfide complesse; per affrontarle con destrezza occorre “evitare di evitare” e quindi agire e non solo pensare, ed evitare di mettersi alla prova quando non è necessario.

Non è solo la mente a chiedere riposo, anche il nostro corpo vuole attenzione. Questo è stato il focus dell’intervento di Manuela de Simone. Prendiamo, ad esempio, uno degli atti più spontanei e istintivi: il respiro. Proprio l’istintività di quest’atto può portarci a trascurarlo. Un’espirazione profonda ci permette di eliminare dal nostro corpo tossine e anidride carbonica, mentre un’inspirazione corretta ci permette di ricaricarci di ossigeno, di avere energia. Porre attenzione al respiro offre la grande opportunità di sentire il nostro corpo, di comprenderne i bisogni, di prendersi il tempo necessario. Quando andiamo di fretta il respiro si accorcia!

Nestore Zini invece ha illustrato come anche l’ambiente che ci circonda possa influire sul nostro stato di benessere. Può capitare di dover stare a contatto con situazioni o persone ritenute negative e, in quei frangenti, di mettere in atto comportamenti disfunzionali: smettere di sorridere, chinare la testa, chiudersi in sé e all’altro. Nella nostra relazione con l’ambiente si formano idee preconcette che ci impediscono di pensare che la situazione potrebbe svolgersi in modo differente da quello che ci siamo prefigurati. E’ così che diventiamo prigionieri di persone e situazioni, attribuendo agli altri il potere di farci smettere di sorridere e di sentirci sicuri e al centro della nostra vita.

Non è impossibile trasferire un comportamento che metteremmo in atto in situazioni positive anche in situazioni che riteniamo sgradevoli. Anzi, inserire un elemento nuovo e inaspettato potrebbe portare a dei cambiamenti positivi e a riacquisire la possibilità di scegliere.

E, ritornando al corpo, Victor Russo ha riportato l’attenzione su come si possa scegliere il ben Essere partendo dal fisico, attraverso esercizi di consapevolezza “sullo stato di fatica” e attraverso “esercizi di rilassamento”. Questa attenzione al corpo e a se stessi significa prima di tutto darsi il permesso, quando ne sentiamo la necessità di ritirarci dal mondo, “nella stanza della sana solitudine”; di ridere, anche nei momenti più seri e difficili, per poter ritornare al proprio sé. Sull’importanza della risata Roberto Rasia dal Polo ha realizzato un brillantissimo intervento pieno di risate e allegria, agendo e non solo raccontando quanto sia “fortemente liberatoria la risata” e ricordando quanto nella vita “la distanza più breve tra due persone sia il Sorriso”!

E visto che ogni cammino inizia sempre con un primo passo ETLINE e Associati ha regalato in occasione della Festa di Primavera, oltre i preziosi consigli per avere benessere, un massaggio ad ogni partecipante alla serata presso il centro benessere Joi Planet di Milano.

Concludendo con una frase di S.Agostino:

“O Dio, dacci la serenità per accettare quello che non si può cambiare, il coraggio di cambiare quello che va cambiato, e la saggezza per distinguere l’uno dall’altro”.  E – aggiungiamo noi – per potere avere questa lucidità di delimitare i confini tra queste due dimensioni: “fermarsi” .

Durante la serata è stata presentata la partnership che ETLINE e Associati ha con Secretary.it., attraverso la presidentessa Jessica Alessi, il portale per eccellenza fin dalla sua nascita si occupa “del benessere, lavorativo e personale”, di una categoria professionale particolare: le Manager Assistant.

Comunic-Azione
Quando il dialogo diventa l’inizio della risoluzione dei problemi

La serata è stata ricca di sorprese come promesso, infatti sono stati assegnati tramite domande di cultura e non solo, tre graditi premi.
Due biglietti omaggio per assistere allo spettacolo del nostro formattore Roberto Rasia da Polo “Ti prego seducimi” in cartellone al teatro delle Erbe dal 27 al 29 marzo (vedi rassegna stampa), due biglietti omaggio per vedere lo spettacolo dei due nostri formattori Federica Fracassi e Renzo Martinelli: “Prima della pensione” in cartellone dal 20 marzo al 1 aprile al teatro I (vedi rassegna stampa). Infine è stato assegnato il premio più ambito, la possibilità di frequentare gratuitamente, per due vincitori del test di abilità strategica, il percorso manageriale della nostra Management School di “Strategia in azienda. Tecniche strategiche per il problem solving aziendale”.


Vincitori del premio della serata “Management school: percorso formativo manageriale problem solving strategico”: Damiano Gornati, Solvay Italia e Igor Clementi, Tamoil Italia.


Lettura del brano “L’ultimo ballo”, dell’attrice Natalia Musazzi, Risorse Umane BNP Paribas

Dare tempo al tempo
Come vivere e non subire il tempo nella vita e in azienda

Se avessi un pezzo di vita
Il saluto di Gabriel García Márquez
Gabriel García Márquez, ritiratosi dalla vita pubblica per ragioni di salute, ha inviato una lettera di congedo ai suoi amici…

“Se per un istante Dio dimenticasse che sono una marionetta di stoffa e mi regalasse un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto quello che penso, ma sicuramente penserei molto a quello che dico.
Darei valore alle cose, non per quello che valgono, ma per quello che significano.
Dormirei poco, sognerei di piu’; capisco che per ogni minuto che chiudiamo gli occhi, perdiamo sessanta secondi di luce. Mi attiverei quando gli altri si fermano, e mi sveglierei quando gli altri si addormentano.
Ascolterei quando gli altri parlano e mi godrei un buon gelato di cioccolata.

Se Dio mi regalasse un pezzo di vita, vestirei in maniera semplice, mi sdraierei beato al sole, lasciando allo scoperto non solo il mio corpo ma anche la mia anima.
Dio mio, se io avessi un cuore, scriverei il mio odio sul ghiaccio e aspetterei l’uscita del sole. Dipingerei sulle stelle un sogno di Van Gogh, una poesia di Benedetti, e una canzone di Serrat; sarebbe la serenata che offrirei alla luna.
Annaffierei con le mie lacrime le rose, per sentire il dolore delle loro spine e l’incarnato bacio dei loro petali…

Dio mio, se avessi un pezzo di vita… non lascerei passare un solo giorno senza ricordare alla gente che le voglio bene, che l’amo. Convincerei ogni donna e ogni uomo che sono i miei preferiti e vivrei innamorato dell’amore.
Agli uomini dimostrerei quanto sbagliano nel pensare che si smette di innamorarsi quando si invecchia, senza sapere che si invecchia quando si smette di innamorarsi.
Ad un bambino darei delle ali, ma lascerei che impari a volare da solo. Ai vecchi insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia ma con la dimenticanza.

Tante cose ho imparato da voi, uomini…
Ho imparato che tutto il mondo vuole vivere in cima alla montagna, senza sapere che la vera felicita’ e’ nella maniera di salire la scarpata.
Ho imparato che quando un neonato prende col suo piccolo pugno, per la prima volta, il dito di suo padre, l’ha afferrato per sempre.
Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardare un altro uomo dall’alto, soltanto quando deve aiutarlo ad alzarsi.
Sono tante le cose che ho potuto imparare da voi, anche se piu’ di tanto non mi serviranno, perche’ quando leggerete questa lettera purtroppo staro’ morendo.
Dì sempre ciò che senti e fa’ ciò che pensi. Se sapessi che oggi è l’ultima volta che ti guardo mentre ti addormenti,
ti abbraccerei fortemente e pregherei il Signore per poter essere il guardiano della tua anima.
Se sapessi che oggi è l’ultima volta che ti vedo uscire dalla porta, ti abbraccerei, ti darei un bacio e ti chiamerei di nuovo per dartene altri. Se sapessi che oggi è l’ultima volta che sento la tua voce, registrerei ogni tua parola per poterle ascoltare una e più volte ancora. Se sapessi che questi sono gli ultimi minuti che ti vedo, direi “ti amo” e non darei scioccamente per scontato che già lo sai.
Sempre c’è un domani e la vita ci dà un’altra possibilità per fare le cose bene, ma se mi sbagliassi e oggi fosse tutto ciò che ci rimane, mi piacerebbe dirti quanto ti amo, che mai ti dimenticherò. Il domani non è assicurato per nessuno, giovane o vecchio. Oggi può essere l’ultima volta che vedi chi ami. Perciò non aspettare oltre, fallo oggi, perchè se il domani non arrivasse, sicuramente compiangeresti il giorno che non hai avuto tempo per un sorriso, un abbraccio, un bacio e che eri
troppo occupato per regalare un ultimo desiderio.
Tieni chi ami vicino a te, digli quanto bisogno hai di loro, amali e trattali bene, trova il tempo per dirgli “mi spiace”, “perdonami”, “per favore”, “grazie” e tutte le parole d’amore che conosci.
Nessuno ti ricorderà per i tuoi pensieri segreti. Chiedi al Signore la forza e la saggezza per esprimerli. Dimostra ai tuoi amici e ai tuoi cari quanto li ami”.

Gabriel García Márquez

Barbara Demi, Manuela de Simone e Victor Russo

Nella vita di tutti i giorni così come nel lavoro spesso siamo imprigionati in comportamenti disfunzionali e molte volte diventiamo “ostaggi” di situazioni, persone o pensieri allontanando la potenza che possediamo che, invece, potremmo utilizzare come risorsa.
Da queste premesse ha preso il via il seminario Potenziarsi per potenziare, pensato per recuperare le risorse nel “qui ed ora”, per trasformare la propria “potenza” in “azione” scegliendo di essere “liberi” attraverso tecniche ed esercizi ad hoc.
Il percorso serale è iniziato con una sintesi dei seminari precedenti che ha permesso di iniziare la seconda parte dell’anno partendo dall’analisi della parola POTENZA, di cui è stata fatto un acronimo per recuperare i concetti e le riflessioni principali emersi dall’inizio dell’anno con il comune denominatore dell’esserci fino in fondo nella vita e nel lavoro.
Il passo successivo è stata la testimonianza del Dott. Lucio Tubaro – Responsabile Reclutamento, Formazione e Sviluppo Bticino – che ha deciso di cambiare la propria vita, personale e professionale, facendo appello alla propria potenza e scegliendo di non essere più ostaggio di situazioni ancorate al passato e raggiungendo così il proprio obiettivo con soddisfazione.
Dopo la testimonianza, il seminario si è articolato in due parti: dapprima Victor Russo ha affrontato il tema dal punto di vista della PNL (Programmazione Neuro Linguistica), successivamente Manuela de Simone ha scelto un’ottica tipicamente transazionalista.

Attraverso un esercizio basato sui successi ed insuccessi personali e professionali, è stato affrontato un tema caro alla PNL: le credenze. Le credenze rappresentano tutto ciò che noi abbiamo appreso nel corso della nostra da fonti esterne e che, anche inconsapevolmente, abbiamo fatto nostre. Le credenze possono essere limitanti e potenzianti. Le prime ci portano ad essere ostaggi di noi stessi e potrebbero di conseguenza rappresentare un limite anche per le altre persone; le seconde sono funzionali nel rapporto con gli altri oltre che per noi stessi.
In tutto ciò un ruolo importante viene ricoperto dai nostri pensieri che ci possono ostacolare o potenziare, alimentando alcune credenze piuttosto che altre. In tutto ciò che facciamo è molto più funzionale alimentare le nostre giornate e le nostre azioni di credenze funzionali e potenzianti piuttosto che di credenze che fanno disperdere inutilmente la propria potenza.
Essendo le credenze frutto anche dei nostri pensieri, occorre sottolineare che sono proprio i pensieri a determinare la qualità della propria energia, in quanto essa è di per sé neutra e può diventare come conseguenza del proprio atteggiamento mentale energia positiva o negativa.
Per allontanare i pensieri negativi e le credenze limitanti si può ricorrere alla tecnica dell’ancoraggio, già affrontata nei seminari precedenti.
Nella seconda del seminario, è stata stimolata la riflessione su un concetto fortemente collegato a quello della potenza: le decisioni.
Potenziarsi per potenziare significa anche scegliere liberamente i propri comportamenti.
Molto spesso, infatti, anziché scegliere auto-nomamente, lo facciamo sotto alcune “spinte” che ci provengono dal passato e sotto l’influenza di una serie di messaggi che ci sono stati inviati da persone significative del nostro ambiente di riferimento.

A partire da queste spinte e da una serie di altri messaggi genitoriali, ogni persona sviluppa una sorta di “copione”, una sceneggiatura che porterà con sé e che renderà la vita più prevedibile, ma non necessariamente più gratificante. Qualcuno si troverà ad agire sotto la spinta del “Compiaci”, qualcun altro sotto il “Sii perfetto”, qualcun altro ancora sotto lo “Sforzati”, alcuni sotto l’influenza della spinta “Sbrigati” e altri ancora a partire dal “Sii forte”. Ciascuno di questi messaggi porta con sé la negazione di un permesso (Non essere te stesso, non avere l’età, non essere intimo, non sentire), e ciascuno può essere ritrovato tanto nelle singole persone quanto nelle organizzazioni, che portano così funzioni e disfunzioni relative dentro i gruppi, con le amplificazioni che ciò determina.
All’interno del seminario le persone hanno potuto lavorare concretamente su alcune decisioni “mancate” o “rimandate” della propria esperienza, per vedere quali pensieri, quali “spinte”, quali emozioni vi fossero collegate e se tali pensieri, emozioni , spinte, fossero o meno realmente collegate ad un’analisi della situazione reale e presente, o al contrario conseguenza di vecchie strategie comportamentali non più adeguate al contesto attuale.
L’obiettivo è stato riscoprire tre concetti fondamentali per ri – scegliere il proprio copione di vita:
consapevolezza, responsabilità e autonomia. Parole chiave per vivere se stessi e la propria potenza come energia libera e non più vincolata da qualcosa o qualcun altro.
Il seminario si è chiuso con la scelta, da parte dei partecipanti, di una piccola decisione da portare avanti, lasciando uscir fuori così la prima vibrazione di quell’angelo racchiuso nel marmo.

La conoscenza e l’utilizzo consapevole della nostra energia

Di Maurizio Balboni

ESERCIZI BIO-ENERGETICI

La Bioenergetica è un modo di comprendere la personalità in termini dei suoi processi energetici. Questi processi, cioè la produzione di energia attraverso la respirazione e il metabolismo e la scarica di energia nel movimento, sono le funzioni basilari della vita. La quantità di energia di cui si dispone e l’uso che se ne fa determinano il modo in cui si risponde alle situazioni della vita, che sono affrontate con più efficacia se si dispone di più energia da tradurre liberamente nel movimento e nell’espressione.

Il corpo e la mente funzionalmente sono identici: cioè quello che succede nella mente riflette quello che succede nel corpo e viceversa.

Ciò che si pensa può influenzare il modo in cui si sente e il contrario può essere ugualmente vero. Questa interazione, tuttavia, è limitata agli aspetti consci della personalità. A un livello più profondo, dell’inconscio, sia pensare sia sentire sono condizionati da fattori energetici. Per esempio, è quasi impossibile a una persona depressa emergere dalla propria depressione con l’ausilio di pensieri positivi. Questo perché il suo livello di energia è depresso. I processi energetici del corpo sono in relazione con lo stato di vitalità del corpo.

 La rigidità o la tensione cronica diminuiscono la vitalità e abbassano l’energia.

Ogni” stress” produce uno stato di tensione nel corpo. Normalmente la tensione scompare quando lo “stress” è eliminato. Le tensioni croniche, tuttavia, persistono anche dopo la scomparsa dello stress che le ha provocate, come atteggiamento corporeo o assetto muscolare inconscio. I differenti tipi di tensione cronica che si manifestano nel corpo si possono considerare come un congelamento della storia infantile e adolescenziale dell’individuo, o , in altre parole una “mappa del carattere ” della persona stessa.

I BLOCCHI ENERGETICI

I blocchi sono accumuli di energia vitale stagnante che si manifestano a livello fisico in contrazioni muscolari croniche e nello squilibrio della struttura ossea; a livello emotivo in paura, rabbia e chiusura in sé stessi; a livello mentale in rigidezza e passività.

La Bioenergetica interpreta, sulla base dei blocchi corporei, la personalità e i percorsi energetici, ossia la produzione di energia attraverso la respirazione, il metabolismo, le scariche di energia nel movimento come funzioni basilari della vita.

I differenti tipi di tensione che si manifestano nel corpo ci parlano della storia congelata della persona, delle sue inibizioni e delle sue paure dei suoi drammi personali.

Gli strumenti di intervento della bioenergetica sono esercizi fisici per la decontrazione muscolare, trattamenti con le mani (massaggi e pressioni), ed esercizi di rilascio emozionale e di contatto interpersonale.

Gli esercizi intendono aiutare chi li pratica ad entrare in contatto con le proprie tensioni e a rilasciarle, con l’obbiettivo di renderli più acutamente consapevoli di sé stessi, aumentare la fiducia e l’autostima, ampliare gli orizzonti della propria auto-espressione.

La pratica degli esercizi favorisce e produce:

  • Rafforzamento del contatto con la terra/realtà del corpo (grounding )
  • Approfondimento della respirazione e aumento dell’energia disponibile
  • Intensificazione delle percezioni
  • Crescita dell’autocoscienza
  • Ampliamento delle possibilità espressive

IL GROUNDING

Il GROUNDING ( radicamento) è la posizione di base, aiuta l’individuo a scendere giù sulla terra ferma e a sentirsi bene nelle sue gambe e nei piedi. Essere radicati può consentirci di scaricare a terra l’eccesso di eccitazione e stress che diversamente si tramuterebbe in ansia.

Se una persona appoggia bene sui suoi piedi si sentirà sicura e salda nel mondo. Viceversa se l’appoggio risulta instabile si sente insicura e non integrata nel mondo.

GLI OCCHI

Quando si lavora in gruppo, si invitano spesso i partecipanti a guardarsi negli occhi. Questo semplice contatto talvolta risulta estremamente imbarazzante, e , le persone tendono a sfuggirvi mettendosi a ridere, o ritirando l’energia in uno “sguardo vacuo”, che guarda senza vedere e senza farsi vedere. Con il tempo le persone imparano quanto sia bello guardarsi negli occhi, e quanto questo usare gli occhi arricchisca il senso di presenza alla vita.

Un adulto può guardare in faccia la realtà in quanto possiede tutti i mezzi per affrontarla, e può meglio affrontarla se la vede bene, nella sua interezza.

LA RESPIRAZIONE

Da bambini impariamo a controllare la paura bloccando il diaframma e la respirazione, e quando entriamo in una situazione rischiosa ripetiamo automaticamente le prime strategie imparate, durante la pratica degli esercizi di bioenergetica cerchiamo di aggiornare le strategie.

Una buona respirazione è essenziale al fine di una salute vibrante, per ricevere l’ossigeno necessario per alimentare la fiamma delle nostre combustioni metaboliche che a loro volta ci forniscono energia.

La respirazione naturale è verso il basso e all’infuori nell’inspirazione( si può osservare in un neonato ).Il diaframma si contrae e discende, l’addome si allarga tramite un movimento all’infuori della parete addominale per far posto al movimento verso il basso dei polmoni. E’ la via di minore resistenza.

Quando siamo rilassati il torace non dovrebbe quasi prendere parte nella respirazione, per espandersi invece quando abbiamo bisogno di immettere più aria(più energia). Molte persone hanno invertito la respirazione naturale, durante la fase di inspirazione allargano il torace e contraggono l’addome, respirare in questo modo, di per se produce ansia, molte persone con tendenze ansiose e depressive hanno notevolmente migliorato il loro stato correggendo la respirazione.

ESERCIZI DI CADUTA E FIDUCIA

In Bioenergetica vi sono molti esercizi di caduta; dalla caduta fiduciosa nelle braccia di qualcuno, alla caduta a terra dopo aver resistito al massimo. Scopo di questi esercizi è riacquistare il senso adulto che si può cadere e rialzarsi , e abbandonare l’illusione infantile di perfezione che si traduce in “io non posso cadere!”. Tale illusione è in ultima analisi, la responsabile di molte delle contrazioni muscolari croniche. Se viviamo nella convinzione che non possiamo mai cadere, tutta la nostra energia( nei termini di tensione) sarà a controllare il mondo per evitare questa sciagurata eventualità, e non sarà direzionata nella costruzione ma nella protezione.

Imparare a cadere è in ultima analisi imparare a rialzarsi, che questo è sempre possibile, e questa consapevolezza profonda può darci la fiducia in noi stessi e nella vita.


Scarica qui il documento con gli esercizi

 

Bibliografia consigliata :
“ Bioenergetica” A. Lowen – ed.  Feltrinelli
“Esercizi Bioenergetici” U.  Sollman – ed. Astrolabio
“Core-energetica” J.Pierrakos – ed Crisalide