Criceti o rondini?

Criceti o rondini?

Lorena Atzori

Era ancora inverno quando abbiamo dovuto stare a casa: un inverno mite, di passeggiate e gelati all’aperto. Stupiti, confusi, impauriti ma comunque determinati ci siamo fermati e, mentre eravamo impegnati a impostare nuove routine, organizzando agende e ritmi familiari e lavorativi, è arrivata la primavera. Sono tornate le rondini, anche a Milano, a mostrarci la ciclicità e l’eterno ritorno di un universo che, comunque vada e nonostante tutto, si rinnova e si rigenera.

Eh certo, direte. Certo è più facile per le rondini. Arrivano, fanno il nido, ripartono e l’anno dopo ritornano, in un ciclo continuo e immutabile di nascita e rinascita. Non hanno le responsabilità che ho io. Eppure era passato poco tempo da quell’inizio dell’anno: ero partito bene, avevo fatto dei progetti e pure la lista dei “buoni propositi” ed ero determinato a raggiungerli. E ora?

Da un lato ci siamo noi, con i nostri sfidanti ma rassicuranti buoni propositi su quello che vogliamo e/o quello che “dobbiamo”. Dall’altro c’è “ciò che succede”, che a volte ci accompagna e a volte si frappone tra noi e quello che avremmo voluto. “Ciò che succede” ci toglie il controllo, rendendoci instabili. E stavolta “ciò che succede” l’ha fatta grossa.

Ma cosa c’entrano allora le rondini?

Le rondini mi hanno fatto pensare a ciò che le saggezze più antiche ci raccontano, e che ora viene sempre più confermato anche dalle neuroscienze e dalla fisica quantistica: che l’universo vive e si muove in un unico ed eterno fluire, esprimendosi in infinite forme, ognuna delle quali ha la potenza e la perfezione per raggiungere la sua massima espressione. È la legge grazie alla quale un embrione diventa bambino e una ghianda diventa quercia senza che debba operare delle scelte o darsi degli obiettivi. Come le rondini, le ghiande e tutto il resto del creato, noi siamo all’interno dello stesso grande campo energetico che si esprime in ciò che vediamo, che ci circonda e che interpretiamo continuamente, scegliendo.

Recentemente un caro amico mi ha detto “sembriamo tutti dei criceti, che continuano a correre sul posto anche se gli viene tolta la ruota”. Invece le rondini ci mostrano un’altra via: andare oltre il bisogno di controllo e sostituirlo con il lasciarsi fluire, scegliendo la sfida di vivere pienamente la nostra vita, fidandoci del flusso energetico nel quale siamo tutti uniti e delle potenzialità presenti in ciascuno di noi.

Le rondini aprono le ali e si affidano alle correnti, per tornare al loro nido, nella gioia del loro canto.

Mi piace pensare – e ci credo davvero – che come loro possiamo essere capaci di andare oltre la paura di un futuro che non possiamo controllare, sostituendola con l’amore, con uno sguardo diverso e rivolto alla gioia, in armonia con ciò che ci circonda, lasciandoci trasportare in quel flusso di consapevolezza che ha il potere di illuminarci, di ispirarci, di guidarci a realizzare tutto ciò che può essere davvero buono, vero e utile per la nostra esistenza e per quella di coloro che incontreremo.

Questo non significa smettere di prendere decisioni, anzi. Significa prenderne una subito ora: quella di cambiare la nostra percezione e il nostro punto di vista.

Vogliamo essere criceti o rondini?

E se la cosa vi sembra folle o quantomeno poco realizzabile, vi propongo un esercizio facile e veloce: la mattina, appena svegli, seduti sul letto o magari davanti ad una finestra aperta, chiudete gli occhi e fate 3 lunghi respiri. Uno per il vostro cuore, uno per la vostra testa e uno per la vostra pancia. Poi aprite le braccia come fossero ali e immaginate di volare, come le rondini, sfrecciando sui tetti del quartiere o cambiando continente. Sentite il vento e il cuore che si apre, con il vostro respiro. Sorridete.

Scegliete di essere rondine e iniziate il vostro viaggio, ogni giorno.

Non siete soli. Non siamo soli.

“- Bene, gatto. Ci siamo riusciti – disse sospirando – Sì, sull’orlo del baratro ha capito la cosa più importante – miagolò Zorba

– Ah sì? E cosa ha capito? – chiese l’umano 

– Che vola solo chi osa farlo – miagolò Zorba.”
Luis Sepúlveda

Come un on / off

Come un on / off

Ornella Coluccio


C’è un tempo per capire, un tempo per scegliere,
un altro per decidere.
C’è un tempo che abbiamo vissuto, l’altro che abbiamo perso
e un tempo che ci attende.
Seneca 

Come un on / off, così ho vissuto questo momento storico che stiamo vivendo e mai sperimentato prima.

Come se all’improvviso qualcuno avesse spento la luce e, per un attimo, il buio mi avesse avvolta provocando sensazioni di incertezza, smarrimento e preoccupazione per la salute ed il futuro.

Così, mi sono fermata “un attimo” e mi sono presa quel tempo che non trovavo mai per capire e per decideree la luce si è riaccesa.

Una luce che ha illuminato le mie risorse personali di forza e positività, che ha ravvivato gli strumenti acquisti fino a qui e che mi ha permesso, ancora una volta, di mettere in atto quel cambiamento necessario alla crescita personale e professionale anche in un tempo come quello attuale: c’è sempre un tempo per scegliere.

Ho scelto di “restare a casa”, ridefinendo spazi, competenze e conoscenze per ridisegnare il profilo del ruolo di assistente di Direzione Generale nella situazione attuale, sempre con l’obiettivo di essere funzionale e produttiva per l’organizzazione nella quale lavoro.

From me to we: sono partita dalla parola e dall’ascolto per restare in connessione, far sentire la mia partecipazione e la mia collaborazione anche in “assenza di presenza”.

Come?

Ecco qualche azione concreta che per me ha funzionato e che vi consiglio:

  • scegliere e riscoprire il piacere di una telefonata e/o videoconferenza rispetto alla mail
  • ottimizzare la funzionalità di alcuni strumenti già in uso (come la famosa e temuta lista delle “attività” di Outlook J)
  • sperimentare nuove piattaforme per condividere documenti e informazioni
  • utilizzare la firma elettronica apprezzandone la funzionalità sia per sicurezza che per velocità
  • VIVERE A COLORI”: usandoli per colorare o evidenziare attività urgenti da quelle prioritarie: un must per le assistenti di direzione!.

E ora, c’è un tempo che mi, ci attende.

Un tempo da affrontare con la consapevolezza di un nuovo saper essere per gli altri e per sé stessi. Quella consapevolezza che ti permette di raggiungere la meta prefissa e che ti spinge a cambiare nelle diverse fasi della tua vita.

Possiamo arrivare dove vogliamo, se sappiamo cogliere le opportunità anche da un tempo come questo, possiamo andare avanti e decidere il finale: ogni momento è un nuovo inizio.

Buona Vita a tutti.

Ornella

Dalle leadership delle best practices a quella delle future practices

Dalle leadership delle best practices a quella delle future practices

Pierfrancesco Matarazzo

Dalle leadership delle best practices a quella delle future practices. Perché, mai come oggi, il pensiero prospettico è una competenza chiave per le aziende e i loro manager.

“Degli attimi fuggiti è fatto il sempre”.

In questo verso di Emily Dickinson sta una delle grandi verità sul tempo e su come noi umani spesso lo interpretiamo: un insieme infinito di attimi che ci sfuggono di mano così rapidamente da non poterli controllare, tantomeno anticipare. È facile sentirsi schiacciati e impotenti di fronte agli eventi che ci coinvolgono, travolgendoci a volte con la potenza di uno tzunami emotivo, organizzativo, economico e sociale (un caso per tutti la situazione in cui ci stiamo muovendo in queste settimane) e trasportandoci in uno scenario che negli ultimi decenni ha fatto della velocità di azione, innovazione e reazione alle innovazioni altrui un valore imprescindibile per professionisti e manager.

Parole come learning agility, pensiero disruptive, resilienza sono diventate mantra organizzativi che molti manager si ripetevano come training autogeni dai risultati spesso inadeguati alle aspettative, ma soprattutto al contesto sempre più complesso e complicato in cui si muovevano. Uno scenario in cui le nebbie erano più diffuse delle luci, dove le relazioni erano viste spesso come “un male necessario” per raggiungere obiettivi sempre più prossimi e sfidanti.

In questo humus organizzativo in cui i manager dovevano correre sempre più velocemente per risolvere problemi che si auto-generavano a flusso continuo, l’immaginazione è stata messa al servizio del presente, distogliendola dal suo ruolo principale: sostenere il pensiero prospettico.

Nella mia esperienza ventennale come manager di multinazionali, anch’io sono stato travolto da questa corsa all’oggi, provando a immaginare futuri troppo prossimi in cui mettere a terra nuove best practices, al punto da perdere lo slancio necessario a innovare sul serio, a disegnare scenari possibili in cui vedere le cose diversamente da come le mie inclinazioni naturali e esperienziali mi porterebbero a fare. Eppure, è proprio questa capacità, che gli anglosassoni chiamano reframing, a essere il primo tassello per costruire una solida competenza prospettica che ci faccia ricordare che il futuro non è uguale a oggi + tempo e quindi le best practices cui ci affidiamo spesso non sono riproponibili e/o riadattabili. Abbiamo bisogno di future practices: un distillato di consapevolezza, immaginazione, prospettiva e anticipazione, con cui rispondere alle esigenze che le nostre organizzazioni ci propongono: rimodulazione della produzione e dei cicli di lavoro, modifica repentina della piramide dei bisogni dei consumatori, impatti che questi elementi avranno sull’organizzazione e sui processi.

In uno studio di Quoidbach, Gilbert e Wilson, pubblicato sulla prestigiosa rivista Science nel 2013, è stata analizzata l’attitudine di circa 20.000 soggetti fra i 18 e i 68 anni a immaginare il proprio futuro. Mentre la maggior parte riteneva di essere una persona molto diversa rispetto a dieci anni prima, la quasi totalità del campione ha risposto che la loro personalità (intesa qui come mix di attitudini, valori e comportamenti in specifiche situazioni) non sarebbe cambiata nei successivi dieci anni.  Questa illusione cognitiva (“ormai so chi sono e quindi non ho più motivo di cambiare”) è la responsabile della nostra chiusura ai cambiamenti, portandoci a assecondare le nostre attuali preferenze a discapito delle opportunità future.

Per aiutare i manager e i loro team a costruire le loro future practice applichiamo il percorso di sviluppo “PAC”, costruito su 3 dimensioni:

  • Prospettiva
  • Anticipazione
  • Cambiamento

Grazie a un mix di tools innovativi e concreti, possiamo fotografare la frequenza di utilizzo delle capacità prospettiche dei manager all’inizio del percorso, per poi costruire per loro e/o i loro team un mix di anticipatory workout, seminari e palestre interattive       (a distanza e/o in presenza), in cui provare concretamente la messa a terra delle competenze relative alle 3 dimensioni.

La nebbia in cui oggi siamo costretti a muoverci, ha il vantaggio di concederci uno stop, offrendoci l’opportunità di usare la nostra consapevolezza per costruire attraverso il pensiero prospettico e anticipatorio, un’attitudine al cambiamento più ampia e matura. Questo ci porterà a dedicare parte delle nostre giornate lavorative al design di possibili futuri in cui potremmo essere costretti a muoverci nei prossimi mesi ed anni:

  • riducendo e canalizzando lo stress da performance
  • rispondendo in modo funzionale e con risultati eccellenti alle esigenze delle realtà organizzative in cui viviamo
  • guardando al cambiamento con un’energia positiva che ci permetterà di diventare degli hub motivazionali per le nostre persone
“Abara Kedabra” – creerò come parlo,  la responsabilità energetica comunicazionale

“Abara Kedabra” – creerò come parlo, la responsabilità energetica comunicazionale

Barbara Demi

La formazione relativa alla COMUNICAZIONE e NEGOZIAZIONE ENERGETICA COMUNICAZIONALE in azienda, parte dal sensibilizzare all’assunzione di responsabilità di scegliere ciò che pensiamo e diciamo, in quanto elemento cardine rispetto a come ci sentiamo e a come facciamo sentire gli altri, oltre che ad essere un elemento importante nel determinare azioni costruttive o meno.

Specialmente quando stiamo vivendo momenti di profondo cambiamento e non leggeri come quello attuale, diventa fondamentale scegliere “parole da pensare”, “gesti da fare”, ed “emozioni da evocare” che inneschino circoli virtuosi nel corpo, nella mente e nell’anima.

Se noi costantemente trascorriamo il nostro tempo a lamentare e giudicare, senza azioni concretamente positive, inevitabilmente creeremo uno stato di malessere nostro e degli altri.

Infatti, così facendo, si innalzerà la produzione di cortisolo, l’ormone dello stress, abbassando le difese immunitarie e creando demotivazione.

Invece, pur constatando la situazione non facile, ci chiediamo cosa possiamo fare per far funzionare le cose e stare bene con quello che abbiamo, possiamo scegliere di avere cura degli altri e questo fa vincere sempre.

Dare feedback positivi di rinforzo ed eventuali riorientativi di crescita, sorridere ai nostri clienti interni ed esterni, anche se attraverso la webcam, è la bacchetta magica che produce serotonina ed endorfine, gli ormoni antidepressivi e del ben-essere personale ed organizzativo.

Importante considerare che se i pensieri e le paure tolgono il sorriso, perché il cervello rettiliano è messo in allerta, allora è il momento di sorridere volontariamente pensando a qualcosa che ci piaccia o semplicemente guardando una foto/video che ci faccia sorridere, recuperando dati concreti e soluzioni attuabili in modo che nostri pensieri cambino e diventino costruttivi.

Quando i pensieri ci dicono che è legittimo lamentarsi e abbattersi, allora è il momento di alzare la testa e il corpo, muoversi, respirare in modo consapevole, attivando l’emozione della gratitudine che ci fa apprezzare quello che abbiamo e che spesso diamo per scontato.

Nei coaching di trasformazione energetica comunicazionale guidiamo le persone in difficoltà a stracciare il “curriculum vita del vittimismo sterile” permettendo loro di affrontare le situazioni non leggere, con una pratica concreta che parte dal lamentarsi da “Vittima professionista” per accedere al “mago del benessere personale ed organizzativo”.

Di seguito elenchiamo 5 passaggi pratici che orientino in modo concreto in questa direzione:

  1. Il primo passaggio è raccogliere tutti i dati della situazione in modo da avere una descrizione oggettiva di cosa stia accadendo (fatti e non sensazioni).
  2. Il secondo passaggio è dirsi, meglio scrivere, come stiamo, elencando le emozioni che proviamo pensando a questa situazione.
  3. Il terzo passaggio è dirsi se vogliamo veramente cambiare o preferiamo evitare, chiedendoci quali emozioni positive vogliamo raggiungere.
  4. Il quarto passaggio è definire cosa possiamo fare (sempre e solo noi!) per cambiare la situazione in modo concreto, elencando modalità, tempi e azioni. Se dovessimo renderci conto che noi non possiamo fare niente per cambiare la situazione, cambiamo il modo di stare nella situazione stessa. Concentriamoci su altro, smettiamo di parlarne e diciamoci che “accettiamo” in modo positivo, come un dato di fatto, la situazione attuale per salire il primo gradino che ci permetterà di ritornare a stare bene.
  5. Infine l’ultimo passaggio è quello di lanciarsi, proprio come se dovessimo tuffarci in mare, pensando che l’acqua potrebbe essere un po’ fredda e agire, sia che possiamo cambiare la situazione sia che non la possiamo cambiare concentrandoci sul modo di starci dentro. È il momento di dirsi mentalmente o a voce alta: 5,4,3,2,1 VIA! È il momento di cambiare!

 

È sempre un buon momento per agire e scegliere di stare bene!

Ricordiamo che la vera magia in azienda e nella vita è dirsi sempre che noi siamo il “MAGO” e che dipende da noi come vogliamo stare mentre la vita accade con tutti i suoi colori, scegliendo di pensare, dire e fare accadere nuovi miracoli di ben-essere personale e organizzativo!

 

Negazione-Attrazione

Negazione-Attrazione

Nell’ultimo seminario dell’anno Barbara Demi ha condotto la serata in un clima natalizio verso il “viaggio alla scoperta del benessere corporeo, mentale ed emozionale”, individuando cosa dire per poter realizzare nella vita cosa ci permetta di stare bene.

La consegna dei premi ECCELLENZA FORMATIVA 2019 sono state la celebrazione con cui iniziare la serata. Di seguito le aziende che si sono distinte attraverso percorsi formativi che abbiano accompagnato i dipendenti alla crescita, sia di comportamenti che di cultura aziendale relativi al mentoring e alla gestione dei collaboratori.

L’attestato di menzione onorevole è stato consegnato ad Anna Calderini, Business HR site Manager Solvay Italia, per i progetti formativi di empowerment sviluppati nel 2019, relativi al coaching, allo shadow coaching e al group coaching.

Gli interventi di Francesco Fuselli e Lorena Atzori hanno introdotto la magia del respiro per stare nel qui e ora e della parola per creare la realtà.

 

 

Barbara ha poi portato in modo divertente l’attenzione sul codice linguistico, respiratorio e posturale in modo che le persone possano  scegliere in modo consapevole le parole che facciano stare bene, il respiro che faccia stare bene e il gesto che faccia stare bene.

Il lungo applauso finale è stato il ringraziamento col cuore, da parte dei 100 partecipanti, verso il “fare la differenza” attraverso l’esserci in queste serate di connessione e condivisone di pensieri ed emo-azioni.

Razionalizzazione => Emoazione

Razionalizzazione => Emoazione

In questo terzo seminario Barbara Demi ha condotto il Laboratorio esperienziale sull’emo-azione con i seguenti obiettivi:

Le linee guida per vivere con “la testa” e con tutto il cuore
La “sofferenza” e la “difficoltà” come cre-azioni limitanti della mente
La gratitudine come decisione con cui aprire la mente
L’attr-azione delle stesse esperienze e la ritratt-azione innovativa
La reazione e la c-reazione per crescere nella vita e nel lavoro
La connessione tra pensieri, sensazioni, emozioni e azioni
Il riconoscimento delle emozioni per cambiare la vita

Molte le testimonianze relative alle emozioni e su come canalizzarle e viverle:

  • Lorenzo Radice – Accademia Scherma Milano
  • Lorena Atzori – HR Manager Ubisoft e Spiritual Coach
  • Cristina Remondi – Pittrice
  • Lorenzo Giorgetti – Solvay Business Services e Fotografo
  • Francesco Fuselli – Imprenditore e Maestro Yoga

Barbara Demi ha condotto il pubblico, incastonando tutti i preziosi contributi, attraverso un viaggio emozionale di comprensione e ascolto emozionale da riproporre in ogni giornata, per comprendere come vivere le emozioni in modo ecologico, scegliendo anche in quale direzione andare.

Come sempre nel pre e post seminario la presenza di Bruno Contigiani, fondatore dell’Associazione “Vivere con Lentezza”, ha portato consigli e libri per rallentare e godere il proprio tempo.

 

 

 

 

Foto di Lorenzo Giorgetti

 

 

 

Agitazione-Creazione

Agitazione-Creazione

In questo secondo seminario, Barbara Demi ha condotto il Laboratorio esperienziale sull’azione con i seguenti obiettivi:

  • Ascoltare se stessi e rispettare i ritmi naturali del corpo
  • Capire la neurochimica che porta dall’agit-azione alla cre-azione
  • Trasformare “l’ansia della to do list” in cre-azione ed emo-azioni positive
  • Attivare un piano d’azione verso la leggerezza, riducendo pesi fisici e mentali
  • Costruire la giornata allineati al nostro orologio interno degli organi
  • Comprendere i cicli di attenzione e come essere concentrati
  • Vivere a ritmo dei “comanda-lenti.

Dopo la testimonianza di un folto gruppo di alunni del SDA BOCCONI, Milano, Italia Master in Imprenditorialità e Strategia Aziendale, il primo intervento è stato condotto da Bruno Contigiani, fondatore dell’Associazione “Vivere con Lentezza”, che ha portato la propria testimonianza di vita su come rallentare e godere fino in fondo il proprio tempo.

In questo intervento sono emersi, leggendo spunti preziosi del suo libro, elementi importanti su come vivere e non subire il tempo, scegliendo “situazioni realmente volute e sentite nel qui e ora”, dando valore a ciò che è davvero importante.

L’Arte del Vivere con Lentezza, di cui ha parlato Bruno Contigiani, è un progetto nato nel 1999 tra Pavia e Milano che nel 2005 diventa associazione e dal 2013 Onlus. Lo scopo di questa associazione è condividere e diffondere il più possibile idee che possano migliorare la qualità della vita della singola persona e delle persone che lo circondano. Per riuscire in questo intento l’Associazione organizza eventi culturali piccoli o grandi, dibattiti, convegni e festival in cui ci si confronta con leggerezza intelligente, su temi come il tempo e la felicità. Questi confronti comprendono economisti, imprenditori, filosofi, studenti, scrittori, lavoratori e cittadini di una nuova cultura del lavoro e della vita.

Uno degli eventi più importanti dell’Associazione è la Giornata Internazionale della Lentezza, oggi arrivata alla dodicesima edizione, che questo anno è partita il 6 maggio, con molti interventi artistici e culturali e con grande soddisfazione con il Seminario ETLINE di oggi.

Barbara Demi ha portato i partecipanti in un viaggio per vivere in armonia con i ritmi naturali del corpo, per riallineare la vita quotidiana ai bisogni naturali, per vivere in maniera consapevole il nostro orologio biologico oltre che l’agenda delle giornata con ciò che è veramente importante, per recuperare il bioritmo naturale all’insegna del benessere, della salute e soprattutto della felicità.

Da Separazione a Relazione

Da Separazione a Relazione

Il primo seminario dell’anno si è aperto con Barbara Demi e le buone nuove 2019 ETLINE per andare sempre verso L’AZIONE.

Il tema della serata e dell’anno, l’“AZIONE”, si è svolto attraverso la metodologia ETLINE dell’IMPARARE DIVERTENDOSI.

Il seminario è iniziato grazie alla preziosa  testimonianza di SERGIO ZANFRINI, sales director in ambito europeo presso Fiudi, che ha raccordato la propria storia di riabilitazione fisica e manageriale ed esemplificazione pratica dell’approccio Agile anche grazie alle parole emozionate della moglie Rossella Zaminga, HR SKY.

L’approfondimento sulla tematica dell’azione è proseguita con l’intervento di BARBARA DEMI. In questa parte è stata trattata la fiducia in ottica insideout, elencando gli 8 punti fondamentali da sviluppare ogni giorno facendo riferimento ai contributi delle neuroscienze:

FIDUCIA INSIDEOUT

  1. ESSERE CHIARI – onestà in azione
  2. MOSTRARE ATTENZIONE – rispetto in azione
  3. ATTRIBUIRE I MERITI – lealtà in azione
  4. RISULTATI – idea in azione
  5. ASPETTATIVE – chiarezza in azione
  6. ASCOLTO – orecchie/occhi/cuore in azione
  7. RESPONSABILITÀ – chiarezza in azione
  8. IMPEGNO – il detto in azione

La riflessione finale è stata sul procrastinare e su come andare oltre:

GRAZIE A TUTTI VOI per esserci stati e dell’abbraccio energetico con gli applausi di gradimento finali.

Grazie di scegliere con grande entusiasmo e stima la comunità di professionisti ETLINE per investire sulla crescita delle persone e sulla vostra.

Buona AZIONE a tutti!

Barbara Demi

 

Viviamo a modo nostro

Viviamo a modo nostro

Nell’ultimo seminario dell’anno Barbara Demi ha guidato la serata in un clima di festa verso il “sogno-bi-sogno di essere se stessi” individuando quali azioni fare per poter realizzare la vita che vogliamo avere.

La consegna dei premi ECCELLENZA FORMATIVA 2018 sono state la celebrazione con cui iniziare la serata. Di seguito le aziende che si sono distinte attraverso percorsi formativi che abbiano accompagnato i dipendenti al cambiamento, sia di comportamenti che di cultura aziendale relativi alla relazione e al feedback.

Gianluca Spatafora, BNPPARIBAS, ha poi raccontato la propria esperienza di vita su come la passione e la motivazione possano essere il motore principale verso la realizzazione di “un capitalismo umano” dove la persona possa essere messo al centro.

Barbara ha poi portato in modo divertente la riflessione sul fatto che spesso ciò che ci rende sofferenti siano le convinzioni e i pensieri che nutriamo su noi stessi, sugli altri che ci circondano e sulla vita in generale.

Ci sentiamo controllati e a volte rinchiusi dentro costrizioni che, se dovessimo lasciare andare, ci porterebbero a provare senso di colpa ed inadeguatezza. A lungo andare tutto ciò può diventare faticoso e difficile, portando disagi come ansia, depressione e pensieri critici.

L’invito è stato quindi chiedersi su cosa non si riesca a mollare? Forse un risentimento…un rimpianto…una preoccupazione…una convinzione…o un episodio del passato ci che ha fatto male.

L’obiettivo di questo viaggio dentro se stessi ha infine condotto a chiedersi quello che ogni giorno dovrebbe essere il nostro mantra: quello che faccio mi fa stare bene? Se no cosa posso fare di diverso?

Con questa domanda vi auguriamo di per poter focalizzare oggi voi nel presente per costruire nel domani l’IO che volete essere.

L’applauso finale è stato il ringraziamento col cuore, da parte dei 100 partecipanti alla serata, verso la passione di esserci nella formazione come base sicura per chi sceglie ETLINE.

 

Premiazione Anna Calderini – Business HR Site Manager Solvay

Premiazione Valeria Evangelista – Trainig Manager Arval BNP Paribas

Premiazione Viviana Greco – Director Human Resources JTI

Preparati a sbagliare

Preparati a sbagliare

In questo terzo seminario dedicato al cambiamento Barbara Demi ha guidato la serata in un percorso alla riscoperta del’errore come crescita e dono.

Il primo intervento sull’errore come maestro di vita è stato condotto da Bruno Contigiani, fondatore dell’Associazione “Vivere con Lentezza”, che ha portato la propria testimonianza su cosa sia l’errore e cosa venga più frequentemente causato. In questo intervento sono stati trattati spunti per rallentare e ridurre la possibilità di sbagliare.

Il decalogo per innamorarsi degli errori, che sintetizza la serata condotta da Barbara Demi, è il seguente:

  1. Errare humanum est e poi perseverare in modo positivo è il segreto dell’innovazione
  2. Imparare dagli errori
  3. Andare oltre la paura di sbagliare credendo in se stessi
  4. Accettare che non si è perfetti
  5. Considerare che un errore è solo un errore e noi siamo molto di più
  6. I “se” e i “ma” sono nemici dell’errore come crescita
  7. Il “nonostante” aiuta ad andare oltre l’errore
  8. Non ci sono fallimenti, ma solo risultati
  9. L’errore si confronta con il feedback costruttivo concentrandosi su come si possa fare diversamente per migliorare
  10. L’errore non deve essere una colpa, ma una presa di responsabilità, per cui perdonarsi e perdonare gli altri

Il premio formativo per andare oltre l’errore è stato vinto da Elena Fortunato del Comune di Milano.

Obiettivo futuro?

Continuare a sperimentare e quindi a sbagliare!