“Ognuno di noi possiede le risorse sufficienti per realizzare ciò che vuole”
presupposto della PNL
Quando ci addentriamo nel settore delle risorse umane è praticamente inevitabile non avere a che fare con il fenomeno del “motivare se stessi”, sia in funzione del raggiungimento di obiettivi personali, sia per poter successivamente applicare la metodologia acquisita all’interno del proprio gruppo di lavoro.
Inutile spiegare come spesso si confonda ( in maniera più o meno consapevole) la parola “automotivazione” con una sorta di formula magica con la quale ottenere successi personali e professionali di ogni ordine e grado. Un breve sguardo agli scaffali relativi ai settori specifici delle più fornite librerie delle nostre città potrà togliere ogni dubbio a chi non fosse realmente convinto di tutto questo: perfettamente “automotivati, numerosi autori si fanno fotografare sulla copertina del proprio libro ammiccando gesti atti ad infondere fiducia nel successo derivante dalla lettura del libro stesso. Successi che, qualora capitasse di procedere all’acquisto del libro ed alla lettura conseguente, si vedrà spaziano dal dimagrimento, alla vincita al gioco, all’acquisto del castello e dell’immancabile Ferrari “testa rossa”.
Verrebbe da domandarci se siamo di fronte ad una reale formula magica, ad una moderna panacea o solo ad un’operazione commerciale.
Probabilmente nessuna di queste cose: sugli stessi scaffali sopra citati, infatti, sarà possibile trovare altri testi sul motivare se stessi che, senza promettere miracoli e sopratutto evitando di raccontarne (veri o falsi che siano), ci introdurranno realmente all’interno di questa disciplina semplicemente cercando di metterci più in contatto con noi stessi.
A tutti, infatti, sarà capitato di avere l’amico, la vicina di casa od il parente che sin da bambino sembra essere diretto al successo, qualsiasi impegno prenda: spesso ci rassegniamo di fronte all’evidenza di questa situazione magari nascondendo dentro di noi una forma di debole invidia, senza neppure chiederci perché questo accada.
Prendendo in esame quello che sono state le nostre esperienze passate (fondamentale risulta il periodo che va dalla nascita all’adolescenza) e soprattutto le risposte che abbiamo ricevuto da chi è stato vicino a noi, possiamo iniziare a vedere cosa non ci ha permesso di formare delle solide basi sulle quali costruire la propria stima.
Sull’autostima, infatti, si appoggia il motivare se stessi in maniera efficiente e funzionale: la mancanza di una capacità di motivazione, infatti, non solo impedisce di stimolarci in maniera positiva ma soprattutto non permette di formulare obiettivi chiari ed efficaci con i quali raggiungere mete effettivamente desiderate e funzionali per la nostra crescita professionale e personale.
Partendo dalle possibili cause, quindi, passeremo a vedere le capacità di formulare obiettivi e di accettare e creare cambiamenti utili a noi stessi.
Prendere coscienza di ciò che può avere frenato un regolare sviluppo non solo della maniera in cui ci giudichiamo ma soprattutto della capacità di ascoltarci e chiederci cosa realmente desideriamo dalla vita, quindi, è solo il primo passo che faremo in direzione di un’automotivazione che non ci prometterà dei miracoli ma sicuramente ci aiuterà ad essere meglio”sintonizzati” con noi stessi.