La consapevolezza dei valori organizzativi per la riscoperta dell’anima in azienda.

5 Febbraio 2004

Il DEVOTO OLI recita alla parola valore: misura altissima e riconosciuta delle doti morali e intellettuali o delle capacità, specialmente nell’ambito professionale.
Di conseguenza valorizzare significa riconoscere o utilizzare il valore.
L’azienda come un essere umano ha: i suoi bisogni, che organizzativamente si chiamano profitto, le sue paure, che organizzativamente si chiamano crisi, le sue emozioni, che organizzativamente si chiamano sfide, i suoi pensieri che organizzativamente si chiamano regole e procedure, i suoi modi di agire che organizzativamente si chiamano strategie, le sue maschere, che organizzativamente si chiamano ricerca, sviluppo e cambiamenti di stile di leadership, la sua anima, che organizzativamente si chiama risorse umane, i suoi sogni, che organizzativamente si chiamano vision.

L’azienda, come gli esseri umani, ha valori e difese: il valore dell’efficienza, la difesa dell’inefficenza, il valore della forza, la difesa della fragilità, il valore della solidità, la difesa essere senza struttura, il valore della flessibilità, la difesa della rigidità, il valore dell’accoglienza, la difesa dell’isolamento, il valore dell’organizzazione, la difesa della confusione, il valore del controllo, la difesa della iperflessibilità etc…

L’azienda, come gli esseri umani, si innamora, entra in simbiosi, si separa, entra in intimità. La ricerca e il riconoscimento dei veri valori organizzativi arriva con la chiusura del processo di intimità.

Quando l’azienda evolve nel suo processo di divenire fino alla completa accettazione della sua esistenza arriva a permettersi, amplia la mappa dei suoi valori con quelle delle persone che in essa vivono.

Quando l’azienda persegue solo i suoi valori, senza riconoscere ed accettare i valori degli altri, rimane ferma ed è destinata ad un ricambio continuo, che organizzativamente si chiama turn over, e ad una paralisi che ha come conseguenza crisi e cambiamenti.

Il lavoro da fare, sia per coloro che osservano le organizzazioni dall’esterno, sia per coloro che ci vivono è attivare una ricerca del vero e non una ricerca di opinioni e di abilità di persuasione.
Riconoscere le reali responsabilità e non le giustificazioni che permettono di decidere chi vince; l’azienda che si prende carico della motivazione del dipendente, assumendosene la sua parte di responsabilità, tenendo conto anche della responsabilità del dipendente, così da trattenerlo e da non lasciarlo andar via.

Questo porta le aziende a raggiungere il più alto valore di giustizia e non semplicemente il diritto del più forte. Si trasforma da azienda di potere e di diritto in azienda di potenza e di dovere,dove la potenza è data dal valore che ha raggiunto e dovere perché sa di non sapere.

“L’uomo commette azioni sbagliate perché ignora ciò che è veramente giusto” (Seneca).

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